I due 7'' introduttivi a quell'album che sancirà la parola fine a questa breve joint-venture interna ai Sound, e che forse lasciò pochi rimpianti alle proprie spalle visto il successo temporaneamente a loro arriso nell'immediato domani. Ad abbondanti posteriori, invece, resta l'interrogativo: ma se la buonanima di Borland avesse voluto approfondire con l'elettronica ispida di State Of Emergency, ad esempio, il cui incedere alla Suicide è l'highlight del lotto? Ci saremmo persi un bel po' di belle canzoni classiche dei Sound, forse, ma magari prima o poi col necessario ammorbidimento Borland avrebbe riscosso un bel po' di successo e magari avrebbe evitato quella depressione che l'ha portato al suicidio. Tutte congetture fantasiose. Qui restano un totale di 6 pezzi per neanche 20 minuti, con un gelido post-punk curiosamente affine ai Cure coevi (Courts or wars), glitch e sussurri androidi (Metal Sheet), nebulose elettriche marziali (Germany), distorsioni alla Chrome in moviola (I need noise), robotizzazioni ipercinetiche con Bailey in risalto (The cutting motion). Alla fine, il rapporto materiale pubblicato / qualità dei Second Layer, al netto di produzioni lo-fi, resta da capogiro.
mercoledì 12 settembre 2018
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