giovedì 6 settembre 2018

Zelienople ‎– Pajama Avenue (2002)

Il gruppo madre di quel Matt Christensen che abbiamo scoperto e molto apprezzato con Honeymoons, nel primo di una lunga serie di dischi (una dozzina in 15 anni, neanche tantissimi se ci si pensa). Sono di Chicago ma prendono il nome da un piccolo paese della Pennsylvania, e qui facevano una forma di psichedelia letargica, spiritata, svanita, una specie di mix fra Velvet Underground, Spacemen 3, Low, Flying Saucer Attack e l'asse Drunk/Spokane, con un latente retaggio slow-folk a stelle e strisce. E' uno di quei dischi di cui alla fine non ricordi neanche un pezzo su 10, ma che ti viene voglia di riascoltare perchè in fondo fa il nobile servizio di farti ammantare da una nebbia sottile, accomodante e a modo suo persino rassicurante, perchè in Pajama Avenue di fatto non succede praticamente nulla: le voci sono distanti e sussurrate, le chitarre cullano, i synth vaporizzano, le ritmiche sono moviole precarie, e le composizioni sono monocromatiche. In pratica è quasi ambient, ma dell'inedita stoffa a quadretti stile camicie di flanella.

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