Il prestigioso approdo di Hecker alla 4AD, coronamento di una carriera sempre più personale ed importante. Registrato in Islanda, con Ben Frost alla registrazione e l'ausilio del coro nazionale locale. Mentre il fenomeno hauntology sembra ormai essere scemato, il buon canadese se ne esce col suo disco più ipnagogico. Questo si chiama dare una lezione di architettura sonora, perchè TH estrae dal cappello un fascinosissimo, lussureggiante e poliedrico album dal filo conduttore comune, labirintico come da matrice ma dai suoni che così nitidi per lui non sono mai stati. Le voci vengono trattate e tritate ai macchinari e restituite come emissioni aliene al servizio di musiche squisistamente algide, con movimenti dinamici intelligentissimi, che sanno tanto di contemplazione (in Islanda, è ovvio, ce n'è una certa) e che giurerei essere la colonna sonora ideale per l'aurora boreale. Splendido.
sabato 22 settembre 2018
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