La coesione assoluta, il climax sonoro, la messa a fuoco incendiaria, questo è Venus Luxure. Dopo gli esperimenti in precariato ed il primo sorprendente album, era nell'aria che i GVSB avrebbero sfornato un capolavoro del genere, ed oggi ne celebro personalmente il venticinquennale (nella mia graduatoria del 1993, si classificò terzo). Ormai seppellite le origini hardcore, i quattro si concentravano sull'impatto frontale, con ben pochi fronzoli. Una scaletta infallibile, con le dovute pause strategicamente ben equidistanti (la torbida Satin Down, la melmosa nenia Get Down, la spettrale Bug House, il miglior finale possibile). Il focus del disco, una mitragliata di corse a rotta di collo, Go be delighted, Let Me Come Back, Learned It, Billy's one stop, e in evidenza il video-lancio Bulletprood cupid, che vidi incantato e magnetizzato per la prima volta su Indies (purtroppo ora introvabile sul tubo). L'amalgama generale e gli arrangiamenti di Janney erano i loro segreti principi, ma non posso fare a meno di segnalare Fleisig come il migliore in campo, uno dei migliori batteristi di tutti i nineties.
domenica 28 ottobre 2018
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