La Audion Guide pone una postilla alla voce MEV: Although some people may quote
other MEV albums, this relates most closely to NWW's own music, being more
rock avant-garde. Possiamo anche trovarci d'accordo, ma come la mettiamo col fatto che Alvin Curran, il factotum dell'entità MEV (per chi non lo sapesse, raggruppamento di hippie-dropouts americani radunati a Roma a fine anni '60 per delle improvvisazioni più o meno radicali, più o meno aperte a chiunque), ha dichiarato che Leave the city è il parto di due ragazzi francesi entrati nel collettivo e poi scappati in patria a fare il loro disco "rubato"?
Certo, il concetto di gruppo aperto in questo caso fu un po' troppo frainteso oppure Ivan e Patricia Coaquette fecero una furbata dalle possibili conseguenze legali, poi non avvenute. Curran la prese con filosofia, evidentemente, e difatti l'album non compare nella discografia di Wikipedia, ad esempio. Se lo confrontiamo con il coevo, originale di appartenenza The sound pool, possiamo indubbiamente trovare delle assonanze, sia concettuali che di sonorità. Quindi facciamo finta di niente e lanciamoci nell'ascolto di queste due suite da oltre 20 minuti.
Message è una mini sinfonia hippy per percussioni, droni, flautini, campanine e coretti estatici. L'effetto ipnosi è garantito, ma forse dura un po' troppo.
Molto, ma molto meglio Cosmic Communion, un oscurissimo e rovinoso gorgo elettro-acustico, una roba da caccia alle streghe con coda sballo-acustica che sembra di sentire i Flying Saucer Attack più rurali, un quarto di secolo prima. E' questo a rendere il disco speciale, al di là di tutte le premesse e i fattacci inerenti.
Nessun commento:
Posta un commento