Math-rock acrobatico ed ultra-compresso da parte di un trio statunitense che tiene alto il vessillo ultra-ventennale della Skin Graft e che tramite essa ha rilasciato soltanto 3 album in 13 anni, si dice a causa di una pignoleria oltre i limiti del maniacale. Batteria ad orologeria sincopata, chitarra scurissima e chirurgica ma soprattutto un basso pauroso e rombante....che un basso non è, scopro alla fine, bensì di una chitarra baritona. Una coesione che ha dell'elettronico, dell'ingegneristico, e la strategica durata di mezz'ora (vista la monocromaticità, una scelta davvero intelligente) per un disco che incute timore ed ansia. Curioso il fatto che molte recensioni l'abbiano accostato al progressive; a me sembra un po' astruso, ma capisco che siamo di fronte ad una musica davvero peculiare.
mercoledì 10 ottobre 2018
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Incredibili!
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