venerdì 18 febbraio 2011

Nadja - Radiance of shadows (2007)

Rappresentano il rovescio rovinoso della medaglia del neo-post-gotico moderno alla Have a Nice Life, a mio avviso. Duo canadese composto dal deus-ex-machina Baker e dalla bassista Buckareff (che a vederla si riterrebbe al massimo una brit-popper..), che forse ha solo la colpa di aver rilasciato qualcosa come una quarantina fra album ed EP in appena 8 anni di esistenza, rendendo impossibile una valutazione appena appena esaustiva del loro operato. Quindi, tanto vale affidarsi al consiglio dell'amico che ne ha sentiti molti di più e pescarne un paio, di cui questo Radiance of Shadows in effetti impressiona per la titanicità degli intenti.
Trattasi di 3 giganti di oltre 25 minuti cadauno, sinfonie apocalittiche di doom massimalista in cui mi pare di udire un sentore, per l'appunto vagamente gotico. I chitarroni saturi macellati alla Sunn O)), le movenze pachidermiche più estreme, le pause di riflessione ambientali, vaghe aperture melodiche alla Jesu, tutto è architettato per scombussolare e creare stadi avanzati di tempeste magnetiche.
Nonostante l'utilizzo della drum-machine e le lunghe inondazioni rumoristiche, i Nadja mostrano comunque un lato (ehm, potrebbe senbrare insensato, ma io lo ritengo) romantico-passionario che ho colto dopo numerosi ascolti, sgranando le dilatazioni temporali di questi tre colossi e rendendomi conto del fatto che alla base di tutto Radiance c'è fondamentalmente un lavoro di composizione curatissimo.
Basti sentire, in particolare la splendida prima fase di I have tasted the fire inside your mouth, per avere un idea. In sostanza, direi dei Lycia amplificati alla massima potenza.

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