Le due barbe associate ci hanno riprovato, 4 anni dopo un debutto deludentissimo (Everything's getting older, 2011) e le cose sono andate di gran lunga meglio. Merito indubbiamente del songwriting di BW, decisamente più ispirato perchè in gran parte consono al canto ombroso e soffiato di AM (chi lo segue da lungo tempo non potrà non notarlo, che sembra sempre più intonato col passare degli anni!). Fin dall'accoppiata iniziale On The Motorway / VSH-C, melanconici e soffusi motivi guidati dal piano, si capisce che le melensaggini non faranno parte del lotto come il suo predecessore. Lungo l'arco BW dispensa anche raffinatezze adatte al suo pedigree jazzistico (This Dark Desire, Vanilla, la bossa di Any other mirror), si dà persino ai beat elettronici (The Unseen Man e The Eleven year glitch, con AM in narrazione vocale insistente, impossibile non pensare agli AS). Un paio di cadute di tono/stile non impedisce al disco di apprezzarlo nel suo insieme. Forse è difficile fare di meglio, il che fa pensare ad una società chiusa, visto lo iato intercorso.
mercoledì 6 maggio 2020
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