A chi piace tanto '90s è sicuramente gradito questo inatteso ritorno degli Uzeda dopo ben 13 anni di silenzio, ancor di più se registrato da Steve Albini.
E' come se il tempo si fosse fermato, al punto che le potremmo definire le cariatidi del noise-rock nostrano, con un termine ingeneroso ma in fin dei conti veritiero.
Ma come negare che gli Uzeda siano aggrappati ai loro standard, con piccole variazioni forse legate all'invecchiamento (chitarre più spigolose che distorte, la voce della Cacciola che prende inusitate inflessioni alla Siouxsie), senza qualsiasi speranza di rinnovamento?
Terminato il pistolotto morale, questo disco dal titolo in latino è formalmente perfetto ed esce per la Temporary Residence in America, esplora più o meno tutto il ventaglio emotivo del loro songwriting ed è il 5° in quasi 30 anni. Cosa chiedere di più ad una band che è nata soltanto nella terra sbagliata?
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