Raggiunto già un ragguardevole successo con i Primus, Les Claypool volle togliersi la soddisfazione di riesumare la sigla che li aveva anticipati, e che in qualche modo aveva mancato di pochissimo il lancio su larga scala, forse anche per ringraziare i due compagni (Lane e Huth, certamente validi ma una bella spanna sotto Alexander e Lalonde). RAAT si ricollega inevitabilmente ai Primus, non fosse soltanto per lo stile pirotecnico di Claypool, di cui fornì in quest'unico album una versione scura, secca e senz'altro meno creativa. Di fronte a queste piccole sentenze, si potrebbe pensare ad un disco poco riuscito o una distrazione; invece nel suo complesso si merita una bella menzione, perchè esprime una tecnica tutta sua nel saper creare atmosfere surreali quanto fisicamente prestanti. Il trio si è riunito lo scorso capodanno per un live. Mi piacerebbe tornassero anche in studio.
sabato 30 maggio 2020
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