Il progetto del grande Kevin Shea insieme alla cantante/chitarrista Mary Halvorson, per un indie-Rio(t)-jazz spostato e spassoso (oserei definirlo una versione femminile e cantautoriale dei Talibam!), alla prova del nove col terzo e per adesso ultimo album. Verifica perchè dopo due album interessanti ma un po' troppo scarni qui trovava una focalizzazione migliore, grazie all'inserimento di un bassista e di un trio di fiati senz'altro appropriati. Irresistibili soprattutto i pezzi da un minuto, schizzi imprendibili di gentil follia che formano un'ammasso all'apparenza inconciliabile: il compassato cantautoriato della Halvorson con il furibondo e selvaggio drumming dell'eterno Shea (peraltro autore delle liriche, e come si evince da video sottostante, autentico istrione da palco e dotato di un auto ironia che difficilmente si riscontra in musicisti così dotati).
giovedì 14 maggio 2020
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