Piccola incursione cinematografica per uno dei film che più mi hanno impressionato negli ultimi 2 anni. Presentato a Venezia 2020, Apples è stato il debutto di un giovane cineasta greco, Nikou, un drammatico distopico (fra i tag vedo anche sci-fi...). La surreale trama, ad occhio e croce ambientata nei primi anni '90, si scontra con scene di realismo quotidiano; sembrerà paradossale, ma riscontro qualche similitudine con alcuni elementi del Gran Maestro Tarr; i lunghi silenzi, l'ambientazione che è evidentemente in Grecia ma senza evidenti riferimenti se non le insegne degli esterni ed i nomi dei personaggi, le scene di ballo collettivo, l'inconsolabile ma dignitosa solitudine dei protagonisti. Il colpo di scena finale, che azzera l'implacabile freddezza di sentimenti precedente, apre però un'enorme squarcio di umanità nel soggetto: Nikou potrebbe essere un nome molto forte per il futuro.
Un altro forte del film è rappresentato dalla soundtrack, che mi ha colpito in diretta nonostante l'impatto marginale, in una pellicola in cui il silenzio e le emissioni ambientali sono fondamentali: autore ne è Alexander Voulgaris, artista greco a tutto tondo (regista, attore, compositore, sceneggiatore) che sforna come tema principale una dolente sonata pianistica di radice Satie, ma che mi ha fatto venire in mente anche le migliori emo-vignette di Leyland Kirby, soprattutto nelle brevi e polverose variazioni sgranate alla Caretaker (e riecco il tema della memoria smarrita, un altro parallelo che per quanto casuale è alquanto ad effetto).
Ho estratto personalmente gli audio di tutti gli intermezzi (a parte le musiche delle scene di ballo) e li ho sequenziati per puro piacere privato. Si tratta quindi di un bootleg, della durata di una ventina di minuti. Chi ama i neo-classici ambientali ad alto impatto cinematico (Stray Ghost, Library Tapes, il Keith Kenniff in veste Goldmund) potrà ricavarne piacere all'ascolto.
Nessun commento:
Posta un commento