domenica 12 settembre 2021

Half Japanese ‎– Loud (1981)


Dopo il ciclopico debutto vinilico dell'anno precedente, ai fratelli Fair venne un'ideuzza niente male: triplicare la line-up con elementi affini, raggiungendo la quota di triplo duo: due chitarre, due batterie, due sax. La ricetta di fondo, sempre quella: follia brada e pedale sul gas. Il risultato, un art-free-jazz-punk spastico e deforme, irresistibile sagra naif, più loud e lo-fi che si potesse. 

Difficile, quasi impossibile separare una di queste 20 schegge impazzite della durata media di 2 minuti: Loud fu fatto per essere ascoltato interamente, senza alcuna sosta, per assimilare al meglio questi cingoli abrasivi ricoperti di schegge di vetro. Jad Fair singhiozza belluino, i due sax starnazzano incontrollati, le chitarre raschiano selvatiche, le batterie rullano e spiattazzano incessanti. 

Ma guai a sostenere l'idea della totale disorganizzazione alla radice. I più attenti lo sanno da 40 anni, ed ancora oggi ci tengono a precisare che gli Half Japanese avevano tutto ben chiaro in testa e lo mettevano in campo con grande lucidità. Che poi il risultato fosse un audio-shock, beh, era esattamente l'obiettivo.

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