Sembra incredibile, ma Kim Gordon ha quasi 70 anni. Riflessione alquanto banale, ma che assume una valenza particolare nell'approcciarsi al suo vero e proprio debutto solista (!), che ho voluto ascoltare soltanto per le entusiastiche voci collettive al riguardo. La spalla della situazione è il giovane produttore di grido Justin Reisen, con cui KG condivide i crediti compositivi quasi al 50%, e che probabilmente è artefice fondamentale nell'elaborare un disco psicotico e sporco, un po' alla Suicide, che non inventa nulla di nuovo ma è fatto particolarmente bene. Limitate le chitarre, molta l'elettronica (spesso e volentieri vintagistica), ciò che emerge con nettezza è lo spirito ossessivo di quest'eroina sempre conturbante, che non si piega necessariamente ad uno stile o ad una produzione modaiola, ma asseconda il suo DNA per risultare aggiornata ai tempi. Per una che si dava in pensione da tempo, un ottimo risultato.
martedì 28 settembre 2021
Kim Gordon – No Home Record (2019)
Etichette:
Electro-Indie
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