Ha un solo sostanziale problema, cioè quello di venire dopo Trout Mask Replica, e quindi di subirne la pressione persino in prospettiva. Rispetto agli sconquassi di quel kolossal, però, Don VV ebbe modo di confermare quanto di leggendario stava compiendo, realizzando un'altro capolavoro cubista. La Magic Band intanto riscontrava un cambio importante in formazione: usciva il secondo chitarrista Jeff Cotton, entrava il percussionista / marimbista Art Tripp, subito decisivo nell'assestare una spinta ritmica appropriata al materiale, non così veloce e bulboso ma più secco e graffiante. Notevole anche l'uso dei fiati dissonanti del Capitano, ulteriore benzina sul fuoco dell'arte e del fulmine della follia. Distante dalle spigolosità degli ultimi capolavori ma anche dalle prime prodezze, LMDOB rappresenta un puro episodio a sè. Pezzi come Doctor Dark, One Red Rose That I Mean e Flash Gordon's Ape saranno spesso presenti nelle tracklists dei concerti a fine decennio, ed è tutto un dire.
mercoledì 8 settembre 2021
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento