Cantautrice di origini newyorkesi che intorno alla metà degli anni '90 si mosse a San Francisco, magnetizzata da Mark Eitzel ed arrivata ad avere i Red House Painters di spalla e Mark Kozelek alla produzione per il suo primo album. Al tempo di Faith Burns, suo terzo, era rientrata alla grande mela per ragioni familiari, ma senza per questo mollare la presa professionale, arrivando a collaborare con i Godspeed You! Black Emperor nel 2004, con quello che rimase il suo ultimo disco. Il potenziale per diventare una stella dell'art-post-folk c'era tutto, in sostanza, e Faith Burns lo denotava sia con i pregi che con i difetti. La prima metà dell'album è un gioiello dietro l'altro, simbolo di un'autrice carismatica combattuta fra spirito folk e declinazioni maudit, con la produzione ottimale (nello staff anche l'ex batterista degli American Music Club) ed uno sfoggio di arrangiamenti elegante e variopinto.
La seconda metà non eguaglia quel livello, e qui emergevano alcuni difetti, fra cui l'eccessivo eclettismo ed una malcelata urgenza di dimostrare le propria abilità (nonostante, obiettivamente, una voce non eccelsa). Ma mantenere il livello di Face in the moon, Trona e Watching the warriors per tutto il disco avrebbe significato trovare un capolavoro del genere dopo quasi un quarto di secolo. Un piccolo grazie a PS per avermela segnalata.
link doesn't seem to be working? Thank you for all the great music!
RispondiEliminaSimply forgotten...
RispondiEliminaEnjoy it, Dave
Thank you!!
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