Terzo album dei BF, all'insegna della transizione verso aree all'epoca impensabili. Ci aveva già pensato My War,, l'anno precedente, a chiarire gli intenti di Ginn & Co. Su Our Band Could be your life, nel capitolo a loro dedicato, mi è rimasto impresso il passaggio in cui Rollins rievocava quel periodo in cui facevano letteralmente la fame, ma erano talmente orgogliosi del loro output e del loro suono che i morsi potevano essere sopportati. L'ingresso della bassista Kira la novità sostanziale, il tiro pazzesco generale una garanzia, su tutte Slip it in, Black Coffee, The Bars. Le deviazioni sempre interessanti, come il free-jazz-punk di My Ghetto, lo strumentale sincopato Obliteration, la strascicata Rat's eyes e la lunga mescolanza hardcore-blacksabbath di You're not evil. Ginn sempre più incontenibile soprattutto negli assoli, Rollins sempre più animalesco, Kira un treno incollato al vortice batteristico di Stevenson. Con queste performances e 200 concerti l'anno, aveva ragione Rollins a mangiarsi una barretta di nascosto dagli altri per trovare un po' d'energia.
Remember the WISHLIST
12 ore fa
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