venerdì 5 novembre 2021

Caretaker ‎– Persistent Repetition Of Phrases (2008)

 
Nel percorso che portò Leyland Kirby ad elaborare il suo capolavoro assoluto come Caretaker, Persistent Repetition Of Phrases è ben più di un passaggio di transizione, anche se sulla carta lo sembrerebbe: ad esempio ci sono i primi riferimenti concreti alle malattie da demenza senile (la traccia di chiusura si chiama Unmasking Alzheimer's), piuttosto che alla pura amnesia, come ad intraprendere una progressione metaforica. La ballroom music si era già affacciata nel suo universo con A Stairway to the stars e We'll all go riding on a rainbow, ma erano rimasti episodi marginali. Successivamente era piombato in abissi di dark ambient con i monolitici Deleted Scenes / Forgotten Dreams e Theoretically Pure Anterograde Amnesia. 

Persistent indugia equamente in entrambe le direzioni, variando le atmosfere in maniera sapiente lungo le 9 tracce, mixando le dinamiche in modo da evitare sospensioni troppo eteree: si passa dagli abissi alle languide trombe in un men che non si dica, dalle voci sepolcrali alle orchestrine fantasmatiche in una soluzione ben divisa ma omogenea. E' uno dei lavori più haunt-core di Kirby, probabilmente eclissato dal riscontro impressionante di An empty bliss, ma di sicuro ancora molto degno di essere vissuto in più consumazioni consecutive, per essere meglio avvolti nella paranormalità e nel polveroso microcosmo del Custode.

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