venerdì 14 maggio 2010

Osage Tribe - Arrow head (1972)

Questa meteora è stata così scintillante da restare pressochè unica. Aveva visto bene Battiato che il gruppo l'aveva fondato, salvo ritirarsi poco tempo dopo per dare inizio alla fortunata carriera. I tre genovesi non fecero una piega e proseguirono per la loro strada dando alle stampe questo poderosissimo disco permeato di tante cose da far perdere la bussola all'ascolto.
Intanto, erano dei veri assi del proprio strumento: il più duraturo sarà il bassista Callero, che diventerà un fido sessionman fra gli altri anche di Lucio Battisti. Il batterista Cucciolo e il chitarrista Zoccheddu di defileranno un po', ma sono dettagli. Ciò che fecero su Arrow head fu qualcosa di pressochè unico in Italia: non era semplicemente progressive (le tastiere erano praticamente assenti), non era semplice hard-rock (si può cogliere qualche affinità con il Rovescio della Medaglia), e si può vedere, fin dall'art-work, qualche marcato riferimento agli Indiani d'America, e la cosa non faccia sorridere: certe folli cavalcate di Cucciolo possono far tornare alla memoria le tipiche danze percussive dei pellerossa! (vedi Soffici bianchi veli e Hajenhahowa)
Aggiungiamo qualche divagazione in stile jazz (Cerchio di luce), una pausa di riflessione splendidamente stesa come Orizzonti senza fine e si ottenne un piccolo capolavoro di compattezza e tecnica strumentale. Nel quale il riempitivo dell'unico pezzo registrato con Battiato, Falco nel cielo, appare quantomeno superfluo nella sua eccessiva melodicità.

(originalmente pubblicato il 28/02/09)

4 commenti:

  1. Webbatici hai tutta la mia stima.
    E pensare a quanto dischi incredibili come questo siano ignorati anche da chi figheggia di essere intenditore musicale, come quelli che ritengono i Pooh una porcheria senza sapere che alcuni di loro sono passati da momenti come questi (anche se in questo caso Canzian ci è entrato dopo Arrow head e quando ormai gli Osage erano in discesa).
    Ora aspetto di leggere qualcosa sui Duello Madre.
    Ancora complimenti!

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  2. Simone grazie della tua stima. Se pensi che in passato ho dedicato addirittura un post a Parsifal dei Pooh, capisci bene quanto mi ritenga un ascoltatore privo di qualsiasi pregiudizio!
    Molto probabile che faccia il post sui DM, anche se sinceramente non mi hanno entusiasmato come gli OT.

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  3. Hai ragione, gli Osage sono stati sicuramente superiori, ma credimi che è un'emozione leggere di gruppi come questi che sono stati la vera storia della musica prog e non solo italiana, dimenticati quasi nel nulla a favore dei pochi nomi maggiori quali PFM, Area e pochi altri.
    Spero di leggere qui un giorno o l'altro anche di gruppi come Alusa Fallax, Museo Rosenbach, o Alphataurus.

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  4. Nomi minori, secondo me. Sul Museo ho già fatto un post ma li ho un po' "stroncati". Del prog italiano credo di avere ascoltato più o meno quasi tutto, e miei preferiti restano sempre Metamorfosi, Balletto di Bronzo e Locanda Delle Fate, anche se hanno un disco o poco più.
    Anche se nomi come gli OT li hanno dimenticati tutti, l'importante è che noi ce li ricordiamo :-)

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