giovedì 3 marzo 2011

One Dimensional Man - 1000 Doses of Love (2000)

Essendomi capitato di vederli di recente dal vivo, ho potuto apprezzare le qualità dei veneziani in modo tangibile, un power-trio compatto e feroce che ha in Capovilla cantante incisivo e ruggente. Quindi ecco l'occasione per ridare loro una chance in studio dopo che anni fa avevo ascoltato i loro dischi senza che mi restasse un granchè; peccato che non sia cambiato praticamente nulla in merito.
Nella prima metà degli anni '90, in Italia ci fu un manipolo abbastanza carbonaro di bands che aveva assimilato il noise-rock americano e provava a lanciarne una propria versione, senza risultati degni di successo o di durata temporale. Soltanto un paio di queste sono sopravvissute; gli Uzeda (facendo però un disco ogni 10 anni) e i Larsen (che invece si sono mirabilmente reinventati).
Curiosamente i ODM sono nati nel 1996, quindi facenti parte di un ipotetica seconda generazioncina, ma alla fine sono rimasti i più coerenti e duraturi, con quasi 10 anni di militanza escludendo ovviamente l'attuale reunion-tour. Non che ciò sia un merito oggettivo; su disco hanno sempre pagato un debito ispirativo impressionante ai Jesus Lizard (si potrebbero citare anche gli ultimi Cop Shoot Cop) senza averne nè la spettacolarità nè le doti tecniche mirabolanti.
Quindi, noise-blues da macelleria senza troppa fantasia, riservato esclusivamente agli stretti cultori del genere. Meglio vederli dal vivo.
Meglio il Teatro.

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