sabato 5 marzo 2011

Optic Eye - Trance (1992)

A quasi vent'anni di distanza, l'elettronica inglese dei rave party e dei goa sembra quasi anti-diluviana nella sua, diciamo, ingenuità e ancor più nelle sonorità, ben radicate negli '80. Quasi come la scena freakedelica adiacente, della quale in un certo senso rappresentava il contraltare tecnologico.
Il duo di Stephenson & Trower faceva un po' da raccordo fra i due versanti in quanto questo Trance usciva su Mystic Stones, una piccola indie dalla vita breve che era solita pubblicare lo psych-rock vintagistico di bands come i grandi Dead Flowers, i Mandragora, Strobe ed altri. Il mio affetto in questo caso però è legato alla solita storia della Mental Hour, quindi l'occhio ottico assume una valenza ancor più di parte.
E faceva techno-ambient intrisa di percussivismi, sapori africani (Sunchant), accenti indianeggianti (Eye of India), scenari vaporosi (Trance dance), quasi wave-goticheggianti (Crsytal Moon). E' chiaro che i suoni sono un po' quello che sono, plastificati ed invecchiati malaccio. Però qualche idea buona quei due ce l'avevano, nei pezzi citati che sono la metà esatta del disco. Quindi una quarantina di minuti di sottofondo trance-onirico ci possono anche stare...

1 commento:

  1. Parecchia melassa del tempo è invecchiata malissimo (per non dire che era già nata vecchia), ma fare le scorribande al Club Dog o a prendere costosissimi 12" incisi da cazzo in Berwick Street sembrava quasi una mossa politica. Al tempo. It'll end in tears

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