venerdì 4 marzo 2011

One Starving Day - Atlas Coelestis (2009)

Davvero atipico il fatto che un gruppo del genere venga da Napoli. Gli OSD sono un quintetto piuttosto ambizioso in termini di sound e costruzioni, e realizzano un post-hardcore-metal che pesca da diversi frangenti. La voce di Foresti e le deflagrazioni più violente ricordano parecchio i Neurosis, ma rappresentano solo una minima parte di questo lungo albo.
Il synth riveste un ruolo molto importante, allo stesso livello se non più importante delle chitarre, è il vero strumento solista del gruppo; fornisce all'impianto la venatura hard-prog che straborda in parecchi frangenti (il passaggio kingcrimsoniano di Black Black), nonchè ricordi inconsulti della stagione tedesca degli anni '70.
Atlas Coelestis non è un disco che passa tanto inosservato; quasi tutti i pezzi sono lunghi dai 8 ai 12, le composizioni sono articolatissime e contorte. Se posso muovere qualche osservazione, consiglierei ai OSD di condensare meglio le loro numerose idee in un formato più breve, mentre a Foresti di provare qualche pezzo con una voce normale, e non di utilizzare sempre il classico growling.
Alla lunga, nonostante l'ottima produzione e la varietà delle atmosfere, Atlas Coelestis finisce per esssere così dispersivo che alcuni passaggi eccellenti rischiano di restare sotterrati sotto la mole gigantesca di sviluppi.
Insomma, si può solo migliorare....

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