martedì 8 marzo 2011

Oxbow - Song for the French (2009)

Ci mancava, un live degli Oxbow.
Servono descrizioni più o meno accurate per descriverli? Io non riesco a trovarne molte, a parte sostenere che si tratta di una band originalissima, inimitabile, dalla creatività e dalle doti strabordanti. E straordinariamente longeva senza perdere un'oncia della propria energia, anche se non troppo produttiva.
Un live a dir la verità era ben presente anche visivamente sul DVD di Love that's last del 2006, ma questo non fa altro che alimentare la mia speranza di vederli live un bel giorno, essendomeli persi un paio d'anni fa. Intanto questo limited edition tour only perlomeno inganna l'attesa per un nuovo capitolo che spero non si farà aspettare troppo tempo, dopo lo spettacolare Narcotic Story.
Un 12" diviso in due parti: la prima composta da 3 inediti, due sul palco ed uno in studio, in collaborazione con il French citato nel titolo, il chitarrista degli Heliogabale (da riascoltare) Thiphaine, uno abituato a maneggiare anche del jazz-impro. 2 P.M. e Coalking sono storie malsane, spettacoli dell'assurdo; Robinson solito Cpt. Beefheart incazzato cresciuto nel ghetto, Wenner torbido chitarrista intento a sezionare minuziosamente ogni residuo rimasto vivo del blues-core, la sezione ritmica a disorientare con criterio di virtù (Davis si conferma un batterista mirabolante).
L'episodio in studio è una splendida escursione in territori acustici per classiche, piano e percussioni povere. Potrebbe anche rivelarsi una direzione futura, seppur rifletta un po' le tendenze di Robinson e Wenner quando si esibiscono in due. Straniante.
Il lato B invece sfodera un pokerissimo degli Oxbow classici on stage, per cui: potenza devastante, intelligenza e sarcasmo feroce, eccessi ed elasticità. La compattissima Frankly Frank, la serrata senza tregua di La Luna, lo sbrago collettivo organizzato di The Duke, e il gran finale col recupero (dal primo album del 1991) di Yoke, pura follia allo stato animalesco.
Al termine l'applauso è quello di poche persone, destino inevitabile per un gruppo così esclusivo e solitario nel proprio percorso.

1 commento:

  1. Gli applausi per band come queste di solito sono postumi.

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