lunedì 7 marzo 2011

Organum - Submission (1988)

Questo compìto signore diligentemente vestito da impiegato ed intento a passare l'archetto su un piatto è David Jackman, un decano della sperimentazione inglese diviso fra ambient inquietante, industriale e musica concreta, con intenti abbastanza seriosi di avanguardismo.
Questo 4-tracks fu pubblicato sulla United Diaries di Stapleton, di cui è stato peraltro assiduo collaboratore. Per certi versi anticipa un po' le tendenze dell'isolazionismo anni '90 (non a caso finirà per lavorare anche con Robert Hampson, che nei Main si avvicina spesso e volentieri a questo tipo di suoni) e dura soltanto 26 minuti.
Le serpentine fosforescenti di Cowl sembrano cigolii di violini impazziti, con il ringhio di una tromba dronica che va e viene. Il drone industrial-catastrofico di The expelled ha un effetto devastante, un wall of sound flangerizzato di solennità cavernosa.
Submission è una field-recording per piatti archettati come da foto, immagino. Jackman esegue all'aperto, circondato da cinguettii di volatili, e poco distante si odono clacson e automobili in transito per la strada. Con i suoi 18 minuti, Renunciate è l'ovvio catalizzatore del disco, anche perchè è l'unico con una vaghissima parvenza musicale: fra sparuti aliti spettrali, rintocchi di campane e i soliti piatti, è una lunga e minimale piece per flauto riverberato. Nel finale fa capolino anche un drone profondissimo, e non mi stupirei se Jackman in questo caso avesse registrato in una chiesa o qualcosa di similare.
Una sotto-missione molto evocativa.

Nessun commento:

Posta un commento