Al di là dell'attinenza che il simpatico nome poteva avere con lo spirito artistico dell'ensemble, Music from fu un bell'esercizio di giuoco e stile. Scoperto da Eno, che in questa sede lo fece debuttare sulla sua label personale, il collettivo guidato dal chitarrista / pianista Jeffes sfoggiava virtù classiche/cameristiche virate in toni disincantati, quasi mai seriosi e contaminati con folk, musica etnica e piccoli scogli di avanguardia.
Al primo ascolto la matassa potrebbe sembrare ingarbugliata non poco, vista l'ampiezza della tavolozza. Occorre approfondire con cura e pazienza per perdersi piacevolmente in un percorso che sembra quasi cinematico, raffinato ma mai ampolloso. I momenti più belli, secondo me: l'equilibrio fra piano ed archi nella struggente Surface tension, il madrigale femminile di Coronation, la visionaria ballad folk di Hugebaby. Sicuramente ho scelto i momenti più intensi dal punto di vista emotivo, ma occorre segnalare che risaltano maggiormente per via del fatto che restano incastrati in mezzo ad allegre fanfare fra il circense e il medioevale e bizzarri quadretti atonal/avaguardistici.
Il tutto ad alimentare l'ecletticità del progetto.
Al primo ascolto la matassa potrebbe sembrare ingarbugliata non poco, vista l'ampiezza della tavolozza. Occorre approfondire con cura e pazienza per perdersi piacevolmente in un percorso che sembra quasi cinematico, raffinato ma mai ampolloso. I momenti più belli, secondo me: l'equilibrio fra piano ed archi nella struggente Surface tension, il madrigale femminile di Coronation, la visionaria ballad folk di Hugebaby. Sicuramente ho scelto i momenti più intensi dal punto di vista emotivo, ma occorre segnalare che risaltano maggiormente per via del fatto che restano incastrati in mezzo ad allegre fanfare fra il circense e il medioevale e bizzarri quadretti atonal/avaguardistici.
Il tutto ad alimentare l'ecletticità del progetto.
capolavoro..ciao webba
RispondiEliminaCiao caro!
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