giovedì 5 aprile 2012

Bare Minimum - Can't cure the nailbiters (1998)

Oscurissimo quartetto di Seattle, i BM ebbero vita breve a fine millennio e questo fu il loro secondo ed ultimo disco. E si trattava di un lavoro notevole in linea con i tempi, ma col piglio giusto e l'attitudine adatta a non farsi bollare come plagiatori.
L'ombra dei Sonic Youth aleggia spesso grazie al doppio attacco chitarristico, atonale e volutamente caotico (ma mai troppo rumoroso), ma i BM aggiungevano alla lezione una certa dose di astrattismo che permetteva loro di avvicinarsi a tratti alle sonorità dei grandi June Of '44. Rilevante anche l'iniezione di Slint che peraltro contrassegna i momenti migliori del disco: la lenta nebulosa dell'iniziale Waterfight or Firefight, i rabbrividenti accordi sospesi all'inizio della trascinante Downing Dolly, e soprattutto lo splendore della post-ballad Luchuck, corredata di intimo pianoforte.
Quest'ultima sarebbe potuta essere la direzione giusta per i BM, ma scomparvero.

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