martedì 24 aprile 2012

Bologna Violenta - Il nuovissimo mondo (2009)

Fuori ma con criterio. è la serie. Questo in effetti non so se si era già sentito: un violinista classico che si rielabora chitarrista grindcore su arzigogolatissime basi ritmiche meccanicamente digitali, a tratti persino al limite della jungle. Il tutto infarcito di recitati macabri, grandguignoleschi, raccapriccianti. Sul motto di "nessuna religione, nessuna politica".
Ma attenzione, non c'è anarchia nella violenza felsinea. Passino i contenuti delle liriche, che alla fine mi appaiono solo un mero contorno al massimalismo parossistico strumentale e servono a stuzzicare la dichiarata passione per i b-movies.
Manzan ha sfruttato la sua formazione artistica (conservatorio, orchestrale) per dare alla luce un mostro cinico e lucidamente guerrigliero, fatto di tanti piccoli frammenti brucianti (il pezzo più lungo dura 2,5 minuti ma si tratta di una pastorale per archi, quindi è fuori contesto) la cui frenesia può anche ricordare certe sinfonie fra le conosciute anche agli ignoranti di classica come me. Manzan oggi è uno di quei personaggi atipicamente colti (come Gabrielli, ad esempio) che sono riusciti a ritagliarsi spazio nell'indie italiano per la sua qualità, abilità ma specialmente perchè la formazione è andata a cozzare contro il substrato più umilmente rock (o hardcore, come nel caso di Manzan stesso) , finendo per generare cosettine di questa fattura.
Non sarà avanguardia, ma l'originalità è garantita.

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