giovedì 8 novembre 2012

Gun Club - Death Party (1983)

Edizione ristampata nel 2004 ed ampliata con l'aggiunta di una registrazione live dell'epoca effettuata a Ginevra nello studio di una stazione jazz. Che cosa c'entrassero i GC col jazz poi mi resta ancora da capire, però è tutto molto affascinante. (E d'altra parte anche i Talk Talk se ci penso, fecero uno dei loro ultimi live al Montreaux Jazz Festival, per cui non c'è da stupirsi più di tanto).
L'EP originale era una bomba grazie soprattutto alle sfuriate di The Lie e The light of the world, con Pierce ancora al massimo della forma, demonio posseduto dall'impeto punk-blues. Poco sotto queste due la title-track e Come Back Jim, mentre un grazioso soffio melodico ammantava la bellissima The house on Highland Avenue, con lo spirito di Jim Morrison materializzatosi in salsa new-wave.
Il live in studio invece ovviamente è l'equivalente di una mandria di bisonti in corsa. Death Party, già velocizzata di suo, raggiunge i 10 minuti di durata, ma un po' tutti i pezzi mostrano un tiro pazzesco e un sound veramente crudo.
La curiosità sta all'inizio, con lo strano esperimento di Strange Fruit. Pierce, trovatosi in uno studio jazz seduto ad un piano invitante, evidentemente pensò bene di dirigere il gruppo verso un improvvisata, selvaggia e spiritata jam-session in cui tutti fecero più o meno quello che gli pareva, l'importante era seminare il panico. Effetto straniante è dire nulla; prendendo l'esperimento un po' più sul serio credo che ne sarebbero successe delle belle, ma la storia è andata bene così lo stesso.

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