Come ha ben scritto Savini su Blow Up, questi due non hanno paura di nulla. Hasegawa è il leader-mente-screamer degli Aburadako, Shizuo è un bassista avant-rock di lunga esperienza e dalle numerose collaborazioni, fra cui cito soltanto Keiji Haino.
Per il primo, assolutamente nulla che abbia a che fare con i grandissimi decani math-rockers di provienienza. Questa storia dell'accordo sepolto si potrebbe, con un po' di sufficienza, piazzare sotto l'aggettivo esoterico vista l'estrema difficoltà di ascolto e certe parentele industrial-cerimoniali.
Ma come spesso accade per i più grandi artisti giapponesi, il filtro natale impone e riceve attenzione. Shizuo si occupa probabilmente delle parti elettroniche, chè qua di bassi non se ne sentono. Hasegawa si dedica a degli strumenti tradizionali (principalmente fiati striduli e non esattamente gradevoli) ed immagino alle percussioni che si odono rimbombare in sottofondo.
La componente dronica ha grande rilevanza, ma le atmosfere sono mutevoli ed ogni singolo episodio vive di esistenza propria: in questo senso I know a chord è un campionario a mio avviso molto ostico ma ricco di soluzioni che sfuggono qualsiasi banalità in ambito impro-avant.
E qui il pedigree garantisce.
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