venerdì 9 agosto 2013

Polysick - Digital Native (2012)


Uno dei fenomeni più curiosi, ma per certi versi comprensibile, dei vari revival che si susseguono nei tempi è che a volte i migliori esponenti sono giovani che forse non erano neanche nati al tempo delle musiche che rincorrono o cercano di rigenerare. 
Potrebbe essere il caso di questo romano, che dalle foto mi sembrerebbe poco più che un ragazzetto; Digital native pesca con reti giganti da un immaginario elettro-analogico che nasce negli anni '80 con la library cibernetica e si protrae nei primi '90, fino alle pagine storiche della techno-ambient-acid. Il suono ineffabile e rotondo dei synth è solo la base primaria di quanto si ode lungo questa piacevolissima ora; anche la struttura delle tracce ha una sua importanza ed essa stessa permette di immergersi a tutto tondo, grazie anche ai minutaggi concisi, in quest'universo coloratissimo ed evocativo, a tratti con puntine di somiglianza col primo Aphex Twin. E quando la cassa inizia a pompare metronomica (Preda, Transpelagic), sembra davvero di stare dentro una di quelle Mental hours che ancora oggi mi fanno trasalire di nostalgia....

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