mercoledì 28 agosto 2013

Popol Vuh - In den gärten pharaos (1972)

Prima di Brian Eno e del suo incidente stradale che racconta esser stato causa della sua folgorazione per l'ambient music, ci fu Fricke e i suoi due sodali (Fielder e Trulzsch) con queste due colossali suite dell'inconscio e del subliminale.
A passi da gigante verso la spiritualità ultraterrena di Hosianna Mantra, con la title-track si stabiliva un nuovo concetto di misteriosità musicale, fra ronzii di synth e bordoni di organo, attracchi di congas e la seconda fase contrassegnata da un rilassato (e splendido) motivo di piano elettrico.
Girando il lato, Vuh tramuta l'atmosfera in solenne contemplazione per organo tempestoso e piatti in libertà. Pionieri e non solo.

4 commenti:

  1. Gran disco, molto piacevole tutt'ora!

    Hey, quanto erano "avanti" questi tedeschi, eh?

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  2. Avantissimo, chè vien quasi da chiedersi se siano stati i sensi di colpa nazionalistici ad aver dato vita ad una generazione così geniale.

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  3. I "figli dei fanti di Hitler" credo fosse scritto da qualche parte in Krautrocksampler. Forse era necessità di affrancarsi da un passato tremendo unita all'esigenza di ribadire la propria esistenza nel rock, un terreno di conquista per il neocolonialismo americano.
    ... o magari erano solo bravi loro)))

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  4. Hehehehe ho conosciuto il Krautrock grazie al libro di Julian Cope...

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