La parentesi altamente introspettiva di Comecrudos non è stata preludio di alcuna metamorfosi di sorta: i Carney bros continuano a captare per aria e poi macinare quello che in maniera banale si può definire anche hard-rock, ma lo fanno dannatamente bene.
Che sia più propenso all'espansione psichedelica (Maker) o alla compattezza senza fronzoli e con ottime songs (Echo ono), non importa un granchè, perchè riescono sempre a fare ottimi dischi che suonano antichi ma contengono un segreto artigianale di quelli seri: ricordano mille nomi ma non ne viene mai in mente uno preciso. Può darsi che la lontananza dalle città abbia determinato questa grande atipicità dei fratelli Carney, cresciuti sicuramente a pane e anni '70.
Su Echo ono ci sono pezzi forti e taglienti come l'accetta del taglialegna e persino un paio di ballads evocanti santo padre Neil Young, ed in grado di competere con quelle degli amici Arbouretum, su Maker invece prevale un sentore di stoner delle foreste incontaminate, delle riserve di caccia montane.
Vien da chiedersi quanto potranno andare avanti con queste esplorazioni non sperimentali.
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