giovedì 8 dicembre 2016

Manuel Göttsching ‎– E2–E4 (1984)

Disco-santino per Christian Zingales, ed apro una parentesi. Il simpatico redattore di BU, in possesso di un linguaggio colorito, fantasioso (a volte persino un po' troppo enfatico, ma si sente che c'è una grande passione...), non sarà certo uno con cui condivido la maggior parte dei gusti, ma in certi casi mi ha fatto scoprire grandi perle come questo. Gottsching, uno dei chitarristi guru della stagione dorata krauta con gli Ash Ra Tempel, prese la sua strada di sperimentazione elettronica solista ed al contrario della stragrande maggioranza dei compari che scendevano in un declino impietoso, sfornava un capolavoro come E2-E4.
Santino non solo per Zingales; per i pionieri della techno-trance, per tutti gli hypnagogici-hauntologicy degli ultimi 10 anni, e perchè no? Anche per gli amanti del minimalismo, perchè si tratta di un pezzo lungo un'ora basato sullo stesso poliritmo sostenuto e due-accordi-2 di tastiera ripetuti all'infinito. Sopra di essi, variazioni di synth, glitches di varia natura e dulcis in fundo, un lunghissimo assolo di chitarra a cavallo dei 40 minuti; chitarra che Gottsching fa volare bassa come un deltaplano, pulita e snodata; la ciliegina sulla torta di un viaggio che non si può non ascoltare 3-4 volte di seguito, tanta è la dipendenza che sviluppa istantaneamente.

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