Il chitarrista dei Grails nell'unica uscita a suo nome, su Important Records. Prettamente acustico col fingepicking in primo piano, pregno
delle fragranze indianeggianti e misticheggianti che hanno permeato il
repertorio padre grosso modo fino all'anno di uscita. Al primo ascolto, ho pensato: bello, una raccolta di spunti su di cui il gruppo avrebbe potuto ricavare un ottimo disco, peccato che resti un po' incompiuto. Al secondo ascolto, ho smesso di immaginarmi la batteria di Amos e mi sono lasciato abbandonare all'espansione arrendevole dell'animo inquieto di Riles, ricavandone sensazioni ed aromi inebrianti soprattutto nella seconda metà del disco, in cui il fingerpicking lascia spazio a soluzioni più aperte e ad arrangiamenti più corposi. E' il destino dei dischi che hanno il contenuto migliore nel finale: ti lasciano con un gran bel sapore nelle orecchie.
mercoledì 14 dicembre 2016
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