Terzo disco per Luis Vasquez e terza volta in cui affronto l'ascolto con previdenza, superficialità e poca attenzione, salvo poi dovermi ricredere ed ascrivere di nuovo il monicker Soft Moon ad una delle più brillanti operazioni di recupero dalla dark-wave degli ultimi 10/15 anni.
Temevo un'iniezione innaturale di elettronica nel suono di Deeper, che probabilmente avrebbe deluso me ed altri gothicconi inguaribili che si emozionano ancora a sentire una mutuazione dei Cure della trilogia. Qui ce ne sono diverse: Far, Try, Wasting (in verità più altezza Disintegration), Being, la sospesa e magnifica Without. La suddetta elettronica resiste, ma in dosi esclusivamente funzionali nel resto dei pezzi che sostano fra synth-pop e cyber-industrial di gran razza, anche grazie alla produzione piena e rotonda che restituisce giustizia a dei suoni che in origine furono penalizzatissimi. Un altro centro per il mexican boy.
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