giovedì 2 marzo 2017

A.R. Kane ‎– 69 (1988)

Splendida anomalia britannica: un duo di colore che abbandonò qualsiasi stereotipo legato alla musica nera per abbracciare uno strano e fascinoso miscuglio di new-wave, dream-pop, fulgidi arabeschi chitarristici (senza disdegnare feedback stridenti), lambendo spesso un campo dub dalle parvenze molto più bianche.
Un disco fantasioso e super-variopinto, con la peculiarità delle voci che, essendo tutt'altro che limpide (per non dire sgraziate), davano un chè di preziosa precarietà. Dopo una prima metà effervescente anche a livello ritmico, la seconda parte va in gloria con le meravigliose rarefazioni di Sperm Whale Trip Over, The Sun Falls Into the Sea, The Madonna is With Child e Spanish Quay, numeri magistrali di ambient-rock. Si scrive un po' ovunque che hanno anticipato tante cose della Too Pure, il trip-hop, persino certi aspetti dello shoegaze. Un po' di giustizia è arrivata postuma, dato che in vita non ebbero un granchè di riconoscimenti; per quanto mi riguarda, ho impiegato 3-4 ascolti per permeare nella grandezza di 69.

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