Predecente di soltanto un'anno al capolavoro assoluto, il debutto dei Metamorfosi ne è talmente distante da faticare ad essere inserito nel filone progressive. Eppure le anticamere ci sono, se ne possono sentire i germogli maturare a poco a poco, legati più che altro all'autorevolezza del già potentissimo Spitaleri ed a certe tempestose tessiture d'organo di Oliveri. Nel suo complesso però E fu il sesto giorno segnava uno strano, forse unico ponte di passaggio fra il beat più vigoroso ed il prog più legato alla forma canzone. Proprio per questo gli amanti viscerali di Inferno probabilmente tendono a snobbarlo, a ridimensionarne la portata, a dargli importanza soltanto come episodio di maturazione.
Eppure, su 7 pezzi in scaletta, ce ne sono almeno 3 splendidi, che portano benissimo tutti gli anni che hanno sul groppone; la title-track, i 9 minuti di Crepuscolo ed Hiroshima, già articolate ed orchestrate in maniera avvincente, e delle quali posso tralasciare volentieri le tematiche dei testi, un po' troppo cattoliche per un ateo incorruttibile come me. Oltre ai due leader, ottime anche le prestazioni della sezione ritmica e del chitarrista-meteora Tamburro, protagonista di interventi isolati ma incisivi.
Inferno se sono in vena me lo sparo dall' inizio alla fine.
RispondiEliminaGrazie per il download... copiato nell' Harddisk esterno e chissà se lo ascolterò mai una seconda volta...
"Inferno" va assunto sempre per intero, secondo me...
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