Eccellenza dell'IOP, questo trio pisano che ne espone un lato cosiddetto rituale, ancestrale, mitologico. Sono solo tre degli aggettivi attribuiti loro, e mi risulta arduo trovarne altri per definire Albero Specchio. Un 5 tracce intitolate ciascuna con un simbolo di alfabeto antico (non saprei dire quale, chiedo venia per l'ignoranza); simbologico, si potrebbe aggiungere, anche perchè racchiudono in maniera esauriente la gamma di suoni; gorghi abissali, danze di magia nera, processioni di ispirazione indio/raga, illusioni minimalistiche, pulsazioni sulfuree alla Ummagumma. Più che un disco, una compatta manifestazione di intenti psichedelici che ai giorni nostri suonano ancora molto credibili.
L’uomo che voleva uccidere Björk
19 ore fa
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