Sperimentatore atipico, fuori dal gruppo e dalle cerchie, Gelmetti rappresentava un'anomalia già per le sue origini: si era dato alla musica tardi, dopo essere diventato geometra (!). Nonostante gli ostracismi che incontrò lungo il suo percorso (come raccontato da Mattioli nel suo illuminante Superonda), si distinse per la sua determinazione e arrivò a traguardi ragguardevoli, lavorando a lungo col teatro, con la Rai e ripetutamente anche in giro per l'Europa. Per me, relativo profano di queste sperimentazioni, il nome di Gelmetti resta indissolubilmente legato a Deserto rosso, il capolavoro di Antonioni al quale eglì fornì una colonna sonora allucinante. Il suo rapporto col cinema restò comunque marginale, e come tanti altri sperimentatori del dopo guerra sono state poche le sue testimonianze discografiche; questo suo primo vinile su CAM del 1971 penso che sia un buon bignami delle sue composizioni, fra sinfonismi dell'assurdo, suoni concreti, vocalismi spauriti, tonfi nel buio e partiture circospette. Un passo fuori dalle sonorizzazioni, un'altro fuori dalla library più convenzionale, due passi dentro il circolo dei compositori "formulari".
sabato 20 maggio 2017
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Grazie infinite per questo gradito ritorno alla library italiana
RispondiEliminaA te. Quando scopro qualcosa di degno, ci torno molto volentieri.
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