domenica 10 settembre 2017

Asmus Tietchens ‎– Nachtstücke (Expressions Et Perspectives Sonores Intemporelles) (1980)

Primo atto di una serie infinita di lavori (più di un centinaio) da parte di questo compositore tedesco che, a quanto pare, ha costruito una carriera sulla ricerca della "musica assoluta". Un po' pretenzioso come concetto, no? Eppure lo stesso AT in un intervista ha tentato di smontare questo slogan che lo accompagna in tutte le presentazioni ufficiali, dando più che altro importanza al lavoro costante di ricerca che ha perseguito e continua a svolgere a tutt'oggi, indefesso.
E' probabile che ascolti altri uno/due titoli del suo repertorio, perchè Nachtstucke è un disco bizzarro e multiforme, fra avanguardia radicale di scuola francese (Henry/Schaeffer), corrieri cosmici, minimalismo, ambient, library, pseudo-sinfonismi elettronici e quant'altro. La particolarità immediata è già nel primo pezzo, Erstes: un carosello ipnotico che fa venire subito in mente il concetto di hauntology. Ma ci sono altri episodi nella scaletta che sono memorabili: il melodramma di Falter Lamento, le allucinazioni pastorali di Viertes Nachtstuck e Lictherwald, il gelido rigore tutto teutonico di Ultima Tundra. Con più di un punto in comune col mio amato Tom Recchion, in versione colta.

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