Uno dei casi in cui c'è incertezza sul disco da scegliere. Audion cita Goodbye Future, secondo ed ultimo album dei tedeschi, ma pare che Stapleton non lo conoscesse all'epoca della compilazione. Il debutto, risalente a tre anni prima, era stato realizzato da un sestetto con tanto di vocalist femminile, ed era già abbastanza peculiare per l'epoca. Con la line-up dimezzata e parzialmente rimescolata (cambio di batterista, invariati bassista e tastierista), i TG virarono su uno psych-prog strumentale ancora più bizzarro e personale, con punte di eccellenza, che definire jazz-rock è azione piuttosto superficiale. In Goodbye Future convivono diverse tendenze; elucubrazioni alla Soft Machine più cupi (l'organo distorto alla Ratledge è l'elemento di raccordo), escursioni vagamente pinkfloydiane nel senso più avventuroso del termine, numerelli di puro progressive tornitruante, il tutto condito da quel senso di teutonica imponenza e solennità che è puro dna di cui sono intrisi i figli della seconda guerra mondiale. Per questo competente eclettismo e scategorizzazione ovviamente sono finiti nel dimenticatoio, all'ombra poi dei giganti connazionali. Ma ciò non toglie che si tratti di un ottimo disco.
giovedì 28 settembre 2017
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