Secondo ed ultimo disco degli Ubzub, seconda ed ultima mattanza di free-acid-freak-out senza ritegno e senza vie d'uscita. Rispetto al monumentale debutto sulla lunga distanza, l'eruzione si fa meno Chrome, più Residents e Throbbing Gristle, ma il formato non cambia: una moltitudine di tracce che brancolano su un teatrino demenziale dell'assurdo. Ma come brillantemente scriveva SIB in occasione della già citata intervista nel 2008 a Rob Williams, al di sotto di queste gag corrosive si nascondeva un'animo pop, nella stessa accezione residentsiana, se vogliamo: sostanzialmente gli Ubzub scrivevano pezzi compiuti, che finivano però in un tritacarne atomico che distorceva e mandava al macero tutte le eventuali melodie concepite ed i loro accessori. Quel che è certo è che lo humour corrosivo la faceva da padrone. Geni spostati.
domenica 24 settembre 2017
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