venerdì 6 ottobre 2017

Clash - The Clash (1977)

In occasione del quarantennale del loro debutto, ascolto un disco dei Clash per la prima volta nella mia vita. Per capire il motivo di questa omissione, devo compiere una serie di riflessioni personali; in giovane età non fui attirato in modo particolare dal punk classico anglosassone, a meno che non si parlasse dei primi Wire. E poi per me sostanzialmente il nome Clash significava quei 2-3 pezzi famosi in heavy rotation che di solito i dj mettevano nei locali alternativi poco dopo la fine dei concerti (sempre appaiati a Psycho Killer, Aca Toro, Sheena is a punk rocker ed altri) che mi facevano scendere la catena spirituale o comunque sgonfiavano di netto la tensione positiva accumulata; vedere la gente pogare su pezzi così poco significanti mi dava l'immediato desiderio di tornare a casa. Per questo, li ho sempre snobbati a piè pari.
Detto ciò, oggi non disdegno di certo questo disco di impatto storico; d'altra parte è sempre stato notorio che i Clash fossero band con una dote artistica importante ed andarono oltre il punk con brillantezza. La prima metà della scaletta è infuocata, divertente ed in fondo in fondo fatta di motivi pop declinati con tiro oculato e foga trascinante. Peccato che la seconda veda un declino della qualità piuttosto netto. Al netto di tutto, pezzi come Complete Control, White Riot, White Man in Hammersmith Palais e I Fought The Law restano memorabili. Oops: quest'ultimo era uno dei famosi tormentoni post-concerto. Effetto nostalgia?

2 commenti:

  1. Ho sempre amato questo disco... per me è Olimpo puro alla pari di Unknown Pleasures dei Joy Division o From The Lions Mouth dei Sound... posso solo godere all' ascolto...
    Certo che amo spaziare ma i vecchi amori restano! Anche se sono "puttane" come certi pezzi... eh-eh.

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  2. Ma certo, i grandi amori della giovinezza non li rinneghi mai, neanche a costo di arrossire...

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