Il disappunto si dipinse sul mio volto nel momento in cui venni a sapere che i riuniti Van Pelt si sarebbero esibiti in pieno Ferragosto del 14 nientemeno che all'Hanabi. Ma diamine, non potevano scegliere un periodo più consono? In quei giorni, avevamo già programmato da mesi e ci saremmo trovati da qualche parte fra Iasi, Brasov e la Moldova. Era uno speeding train e chissà se ripasserà nuovamente.
Due giorni prima di quell'evento, il quartetto fece un rodaggio privato a Ferrara, registrandolo. Non so come sia andata all'Hanabi, ma sono sicuro che se ci fossi andato mi sarei commosso, come minimo. A distanza di 17/18 anni, le meraviglie dei sultani non conoscono il significato della parola invecchiare, conservano tutta la loro freschezza e l'emozione. Era giusto riunirsi; per quale motivo farlo in Italia, al di là delle amicizie, resta un mistero. Ma anche un piccolo vanto.
Maryansky, O'Brian e Greeene mostrano barbe e capelli imbiancati e pance importanti. Chris Leo invece è rimasto quasi miracolosamente il giovincello di allora; quando deve salire di tono, la sua voce fa un bel cric, ma è segno dell'umanità tangibile, del sentimento, del trasporto emotivo. Non è un difetto, anche perchè la formazione suona divina ed impeccabile. Nessuna modifica alle strutture, qualche rifinitura chitarristica in meno (salta all'orecchio su Nanzen kills a cat), persino i pezzi di Stealing suonano più pieni e a fuoco.
Gloria ai sultani che ci riportano alla giovinezza ed alla spensieratezza.
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