E' duro il destino dei miei cult-heroes come Kirby: le aspettative sono sempre altissime, perdo l'obiettività, non riesco ad accettare che i miracoli non si ripetano. Così, l'inizio della serie Everywhere at the end of the time non mi ha entusiasmato, l'ultimo LK mi ha deluso profondamente, così come il comeback di V/Vm. Il suo ultimo entusiasmante resta Patience, uscito neanche un'anno dopo il capolavoro unanime ma a quanto pare realizzato prima di esso. Trattasi di colonna sonora per un docu-film di Grant Gee, specializzato in cronache musicali, dedicato allo scrittore tedesco Sebald. La fonte primaria è tratta da Winterreise di Schubert, compositore classico dei primi '800, i cui frammenti pianistici, sottoposti al trattamento kirbyano, sfumano in una nebbia impenetrabile di fruscii, di appannamenti ed implosioni. A parte qualche traccia serena ed estatica (spicca la magnifica When the dog days were drawing to an end), si tratta di un lavoro cupo e greve, con un paio di puntate sull'orrorifico dark-ambient che ha contraddistinto precedenti uscite di Caretaker. Per questo motivo si tratta di un album molto più ostico di Bliss; tuttavia, per chi ama la concettualità (escapista, hauntologica, furtiva, come diavolo la si voglia chiamare, a condizione che si voglia) del guardiano, si tratta di un altro grande capitolo della discografia dell'inglese.
L’uomo che voleva uccidere Björk
17 ore fa
Grande disco questo.
RispondiEliminaUno dei suoi migliori.
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