L'echo guitar del grande ed umilissimo Günter Schickert ebbe modo di essere ignorata anche sull'operato di questo trio che formò insieme ad un altro chitarrista, Axel Struck, ed il batterista Michael Leske. Quando non ti deve andare, c'è poco da fare. Dei due sodali non resterà alcuna traccia ed i tre dischi registrati fra il 1976 ed il 1979 sono rimasti inediti nel migliore dei casi 10 anni, nel peggiore 30. Eiszeit dovette aspettarne 27 per essere ripescato da un etichetta specializzata in reperti krauti, ed anche se non arriva ai fasti dello stratosferico Samtvogel è comunque la preziosa testimonianza di un'attività senza dubbio precaria e registrata non in maniera eccelsa, ma eccellente prosecutrice delle scie lasciate dai primi Ash Ra Tempel e dai Neu! più selvatici, con qualche lampo di genio arty (la nenie angoscianti di Demons e Verlass mich nicht, con degli elementi gotico-decadentisti che fanno riflettere). Se avessero potuto disporre di una produzione un po' più decente ne sarebbe uscito un capolavoro della tarda stagione; Struck, che Schickert descrisse come un tipo che gli insegnò un po' di tecnica, era degnissimo compare di striature e graffianti progressioni lisergiche. Leske appoggiava con motorik incessanti delle galoppate che più o meno qualsiasi amante del rock cosmico non potrà che apprezzare, da scoprire meglio tardi che mai.
venerdì 15 dicembre 2017
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