Nello stesso anno del suo capolavoro con i Machines, Reiche licenziava un'altro disco a nome AR3, inevitabilmente in tono minore viste le differenze strutturali: label minore anzichè la Polydor, un tal Kuckuck in cabina ingegneristica al posto di Conny Plank, una strumentazione ridotta praticamente a power trio, seppur con un paio di musicisti in comune. Nonostante certe premesse scoraggianti ed uno status pressochè di jam lasciate fluire in libertà, l'ispirazione è ancora altissima: mancano gli slanci mistici che elevavano Echo a pietra miliare, al cui posto regna una compattezza ed una spinta ritmica grintosa. Un disco nervoso contraddistinto da strumming chitarristici incendiari, AR3, depurato da qualsiasi orpello; gran bel sentire, ovvio.
domenica 11 febbraio 2018
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grazie ma sembra ci sia un problema nel link
RispondiEliminaGiusto, mancava proprio il link :-)
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