Band canadese in attività dai primi anni Zero, dedita ad un post-slow-folk anemico, debosciato e fragile come il timbro vocale della leader, Liz Hysen. Un suono non particolarmente originale, che trae spunto da esperienze ben precedenti col violoncello in evidenza, ma che guadagna valore per le composizioni meditabonde ed abbandonate ad un esistenzialismo che si taglia col coltello. Sicuramente predisposto per un ascolto autunnale, Whore Luck vive i suoi momenti migliori quando certe digressioni vagamente slintiane prendono il sopravvento, creando una tensione sottopelle che bilancia alla perfezione le derive più slacker del corpo del disco. Un complesso che non sarà eccezionale, ma riesce a lasciare un segno tangibile.
mercoledì 21 febbraio 2018
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