Rivalutazione personale di un disco che ho sempre sommariamente snobbato, sarà l'invecchiamento oppure una fase in cui mi riscopro più melodista e fatico a digerire certe pesantezze. Certo che i primissimi restano capisaldi di un suono ruvido ed elegante al tempo stesso, ma Ocean Rain mandava in orbita anche commerciale una band giunta a maturazione e completamente contro l'andamento generale delle produzioni correnti. La fascinazione verso certi mostri sacri di un passato ancora non vetusto (riferimenti principali, i Doors più morbidi e lo Scott Walker della quadrilogia) portava i Bunnymen a confezionare un disco barocco e pregno di sinfonismo, con la vena psichedelica annacquatasi, i residui gotici andati perduti per sempre, una maggior cura per la composizione, l'istrionismo di McCulloch sempre più in vista. Particolarità rara dei dischi di successo, i pezzi più famosi sono anche i migliori, con la meraviglia di The Killing Moon a splendere sempre, le gemme My Kingdom e Ocean Rain a rilasciare emozioni ascolto dopo ascolto.
venerdì 6 aprile 2018
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Un paio di brani sono fra i loro migliori. Per il resto l'ho sempre considerato un po' noiosetto. Comunque ogni tanto l'ascolto perché mi ricorda uno dei periodi più belli della mia vita.
RispondiElimina