Anche se forse fra qualche mese/anno non me ne ricorderò più, oggi ascoltare Brutalism dà una bella scossa di adrenalina. Facciamo un parallelo: se a qualcuno gli Sleaford Mods non piacciono perchè non suonano e sembrano artefatti per questo, gli Idles possono essere una soluzione. Perchè sostanzialmente si tratta della stessa cosa: la canzone di protesta, grezza e furiosa, energica e rozza. Soltanto che il quintetto di Bristol suona, chitarre, basso, batteria ed un cantante sguaiato dall'accento cockney e con diverse birre in corpo. E quindi per questo è molto più epidermico e diretto, anche se di fatto fa un genere vecchio e scontato: un punk martellante, al vetriolo, con qualche deviazione/rallentamento wave giusto in un paio di pezzi ed una coda diversissima quanto illuminata (Slow Savage, quattro note di piano spettrali mentre il cantante pensa che si tratti di un pezzo "normale"; direi geniale). Un disco sparato ai 100 all'ora che ha il merito di rivelare un talento notevole per un genere così abusato e inaridito; certi anthem sono davvero irresistibili e su 13 pezzi non ce n'è uno da buttare via. Bravissimi.
lunedì 16 aprile 2018
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